CRISTINA LANARO
Nata nel 1966 in provincia di Verona.
Laureata in Materie Letterarie - indirizzo artistico.
Insegnante e scrittrice.
Vive a Thiene (Vi).
Nata nel 1966 in provincia di Verona.
Laureata in Materie Letterarie - indirizzo artistico.
Insegnante e scrittrice.
Vive a Thiene (Vi).
PUBBLICAZIONI
"All'ombra dei cavoli", Studio Immagine Editore, 2006, con fumetti di Ugo Barbieri
"Il segreto di Bianca e Samo", in: "Ti racconto una storia...", EdiGiò, Le Coccinelle, 2009
"Madre utile, certo", Il Filo, 2009
"Nel cielo mi perdo", in "Habere Artem", Aletti Editore, 2010
"Ferragosto", in: "Antologia premio Fortunato Pasqualino", Akkuaria, 2011
"Il conte e la strega", Akkuaria, 2011
"Universo", Progetto Babele (sito), 2011
"Un segreto a lungo custodito", testo di un brano musicale composto per "I pettegolezzi delle donne" 2008, pubblicato sul n° 100 del periodico regionale dei Cori Veneti "Musica Insieme"
"Dove inizia la nebbia", EFFE di Fraccaro Editore, 2013 (prima edizione)
"L'acqua del diavolo", attiliofraccaroeditore, 2015 (prima edizione)
"Giovani ali", Libri in volo libero (sito), 2015
"Pur donna essendo", pubblicazione Amazon, 2019
"La casa granda", pubblicazione Amazon, 2020
"Storie e leggende di Natale", antologia, Historica Edizioni, 2022
"Giuseppe non va alla guerra", pubblicazione Amazon, 2024
PREMI
IV° premio nel concorso letterario "Il sottile rumore della penna", 2006 con il racconto: "A piantar patate"
IV° classificata nella II° edizione del "Premio Letterario Grimm", 2009 con il racconto: "Il segreto di Bianca e Samo"
Premio Miglior Evento di "Veneto Spettacoli di Mistero", 2009 per la Provincia di Vicenza con il testo teatrale "La rossa luce nel pozzo"
Selezionata nel concorso "Habere Artem", 2010 con la poesia: "Nel cielo mi perdo"
IV° classificata "Premio Letterario Giovane Holden" 2010 con il romanzo "Madre utile, certo"
Premio della Giuria nel concorso "Donna semplicemente donna", 2010 con il racconto: "In attesa di giudizio"
Premio della Giuria nel "Concorso Letterario Internazionale Fortunato Pasqualino", 2011 con il racconto: "Ferragosto"
Finalista VI° edizione del Concorso Letterario "Libri in viaggio 2012" con la poesia: "Pietra del Colosseo"
Finalista II° edizione del Concorso "Passione Drammaturgia", 2012 con il testo teatrale: "Espresso da Parigi"
II° classificata e menzione speciale al Premio Letterario Nazionale Contemporanea Alexandria Scriptori Festival, categoria testo teatrale, 2013 con: "Licet"
III° premio nel concorso letterario "Umberto Bozzini" 2014, sezione drammaturgia, con "Maria di Magdala"
III° premio nel concorso per testi teatrali "Tragos" 2014, con "Sopra la città. Mia soltanto è la patria della mia anima"
IV° premio per il booktrailer ispirato al romanzo "Il conte e la strega" (produzione di Giampiero Pozza), al Gold Elephant World-International Film & Musical Festival
III° premio nel concorso per testi teatrali "La riviera dei monologhi" 2018, con "Mi chiamo Maria"
Premio "Menzione speciale Vittorio Giavelli 2023" alla XVII edizione del "Concorso Europeo per il Teatro e la Drammaturgia Tragos" per la sezione "Atti Unici" con il testo "Le tende di Kedar"
TEATRO
Testi per i saggi biennali della scuola di danza "Studiodanza", edizioni 2007, 2009, 2011, 2015
Testi per le musiche del Coro Città di Thiene inserite nell'opera teatrale "I pettegolezzi delle donne", messa in scena dalla compagnia "La Zonta", 2008
"Gastone, Stella e l'albero di Natale", fiaba teatrale rappresentata a Thiene nel 2009 dalla compagnia teatrale "La Zonta" e nel 2010 a Vicenza dalla compagnia teatrale "La Trappola"
"La rossa luce nel pozzo", messo in scena presso Villa Godi-Malinverni a Lugo di Vicenza nell'ambito della rassegna "Veneto: spettacoli del mistero", 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015
"Licet", messo in scena al Teatro S. Francesco di Alessandria dalla Compagnia Lillibo Teatro, 2014
"Maria di Magdala", messo in scena per la prima volta al Teatro Comunale di Thiene dalla compagnia teatrale "La Zonta", 2015
Amo...
Amo scrivere.
Prima di iniziare a farlo, ho divorato un mare di parole scritte: nei libri di scuola; nei vari Postal Market di mia madre sarta; nelle etichette degli alimenti; nei fumetti che arrivavano il giovedì, giorno di mercato; nei rari romanzi che giravano per casa. Non selezionavo: tutta la scrittura era degna della massima attenzione, per me. Per molto tempo non mi sono chiesta chi fossero gli autori di quelle parole, di quelle frasi. Ero spettatrice ammirata di una scrittura che credevo autogenerativa.
Ciò che si legge da piccoli condiziona gli atteggiamenti futuri.
Nei cataloghi di moda per corrispondenza, ad esempio, ricordo che non mi fermavo solo alle didascalie descrittive dei vari modelli, ma scrutavo con attenzione i volti e le pose dei soggetti nelle foto, cercando di immaginare i loro pensieri, le loro storie. A prima vista essi si presentavano pressoché identici tra loro: mano su un fianco per mostrare l'aderenza dell'abito se era una modella, tutte e due le mani sui fianchi per evidenziare il torace se era maschio. Espressione del viso: sorridente e distratta. Difficile immaginare una storia con quei tipi lì come protagonisti. Eppure... C'era sempre chi sorrideva poco convinto e chi rideva troppo, chi aveva gli occhi stanchi e chi li teneva bassi, come se nascondesse qualcosa. Da un certo momento in poi, catalogo dopo catalogo, qualcosa cominciò a cambiare: la posa plastica con mano al fianco fu sostituita da altre più informali e si videro modelli seduti sui pontili, in motocicletta, distesi sull'erba, visti di profilo, da dietro, con facce varie, anche buffe o furbette. Si cominciava a ragionare. Lo stimolo visivo è essenziale per immaginare una bella storia. Il difetto di restare a fissare le persone nei gesti e negli atteggiamenti mi è rimasto da allora. Finora ciò non mi ha creato grossi problemi.
Suggestioni sonore.
Ogni stile letterario ha la sua musica. L'orecchio interiore cerca all'inizio la scrittura che aderisce maggiormente ai suoni familiari; più tardi si lascia catturare da ritmi inconsueti, intriganti. I suoni della mia infanzia sono il pigolio piccolo dei pulcini, il tuono grande dei temporali di campagna, le cantilenanti chiacchiere delle donne attorno all'ago, il rumore della macchina da cucire di notte, i canti sgangherati delle beghine in chiesa, la voce malinconica delle campane nell'aria calda dell'estate, le canzoni di San Remo alla radio, la voce di mia sorella che ripete le declinazioni in latino. In tutti i miei ricordi i suoni sono fatti soprattutto di silenzio. E' il silenzio che rende possibile la percezione del suono. La scrittura deve fare i conti con il silenzio, lo deve lasciare respirare attorno alle parole.
Ho sempre guardato e ascoltato molto. Parlato poco e con vergogna.
Per questo ho cominciato a scrivere: per poter parlare senza aprire la bocca.
Ho scritto a lungo per me stessa; di tutto ciò che ho scritto nei primi trentanove anni della mia vita (pensieri, lettere, poesie, racconti) mi è rimasto poco.
C'è poi lo spazio. La percezione dello spazio è importante nella narrazione.
Per anni il mio spazio è stato l'opaco vuoto in cui si perde la terra piatta e nera della campagna, un cielo quasi mai azzurro, spesso grigio di nebbia, o di afa. Anche un cielo che non esiste è uno spazio. Sotto a questo non-cielo, un paesino di 500 abitanti, diviso in due da una strada. Da un lato della strada la chiesa, il negozio di generi alimentari, la scuola, il bar ristorante, le giostre della sagra, il cimitero, il ricamificio, il prosciuttificio. Dall'altro lato solo campi e case, tra le quali la mia. La strada del mio paese natale divide lo spazio indistinto della natura da quello strutturato del sociale. Mi piace ancora attraversare mentalmente quella strada, passare dalla dimensione intima a quella sociale e viceversa.
Esistono libri che non siano autobiografici? Ne dubito.
Ciò che rende qualsiasi testo unico e irripetibile è l'insieme delle esperienze personali, dei pensieri e delle percezioni dell'autore, di qualsiasi genere letterario si tratti.
Mi affascina ogni forma d'arte.
Il teatro e il cinema mi rilassano enormemente, poiché nobilitano il gesto, la parola e ogni altra manifestazione dell'essere umano. Sono una fessura nella parete del possibile, attraverso la quale è concesso di osservare indisturbati una storia, dei personaggi, un sogno. Da amatoriale, mi sono avvicinata al cinema e soprattutto al teatro. L'esperienza di salire su un palcoscenico o di essere ripresa in un film mi ha regalato emozioni forti: vanno provate per capire meglio se stessi. Poi si può decidere di tornare spettatore. E' quello che ho fatto io, serenamente, sinceramente grata a chi persevera a mettere in gioco tutto se stesso su un palco o set solo per raccontare una storia.
Pittura e scultura. E' questo che si studia a scuola quando si parla di arte. La scultura è un po' una sorella minore, forse perché la tridimensionalità viene vissuta come una forma arcaica della rappresentazione. La pittura richiede l'abilità di trasferire a due dimensioni un'esperienza complessa. E' ecologica la pittura: compatta un'idea con l'intenzione di ricostruirla nella mente del fruitore. Soffro di fronte ad opere pittoriche o scultoree che hanno bisogno della didascalia per essere apprezzate. Ripenso all'emozione con cui mi sono avvicinata per la prima volta al Beato Angelico o a Paul Klee. Pittura e scultura non si possono spiegare.
8 febbraio 2014
E' bastato un click di troppo e le parole con cui mi raccontavo fino a ieri in questa pagina sono sparite nel nulla del web. E' significativo che basti così poco per ricordarci che "tutto è vanità, solo vanità", come cantava il mio Angelo preferito.
Eccomi dunque ancora una volta a cercare parole nuove per rispondere alla domanda: chi sono?
Dipende ovviamente dai punti di vista: sono figlia, sorella, moglie e madre per la famiglia; sono insegnante per la società; sono amica per gli amici; sono vecchia per i giovani e giovane per i vecchi. In questo sito sono scrittrice.
Scrivere è il mio strumento di lettura del mondo e il mio modo di comunicare con esso.
Mi piace cucire le suggestioni che la vita mi offre, impastare la materia che mi capita tutti i giorni tra le mani, spolverare i ricordi che talvolta riaffiorano e infine aprire la finestra della mia anima per farci entrare un po' d'aria e di sole. Dalle mie parti le faccende di casa vengono definite "i mestieri", termine significativo che comprende le molte azioni necessarie a mantenere in buono stato l'abitazione. Per mantenere in buono stato la mia anima io ho bisogno di fare un certo tipo di "mestieri" che conducono alla scrittura. Senza di essi mi impolvero, mi indebolisco e mi sento nuda.
Con le pubblicazioni, la scrittura è diventata per me non solo la risposta ad una necessità ma anche una fonte di sorprese. Mi meraviglio ogni volta che qualcuno si riconosce in ciò che scrivo, ogni volta che le mie parole vengono lette o messe in scena in maniera diversa da come pensavo. Mi stupisco di quanto poco conosca me stessa ogni volta che un lettore mi chiede il motivo per cui ho scritto una certa cosa e mi ritrovo a guardarmi dentro attraverso sguardi diversi dal mio.
La scrittura è un gioco: il gioco di creare mondi utilizzando ciò che si ha sotto mano, i molti tesori che il quotidiano ci offre, se il nostro occhio è abbastanza attento da saperli cogliere. Io ad ad un certo punto ho sentito che non volevo più giocare da sola ed ho iniziato a pubblicare. Ai molti compagni di gioco che hanno condiviso i miei mondi va tutto il mio affetto.
Un grazie particolare va ai miei primi lettori, che mi hanno regalato l'entusiasmo della condivisione.
E grazie alla vita, che mi ha circondato di amici speciali.